Antonio Citterio: modernita’ classica e stile

Chiamato a confrontarsi col grande Heritage Knoll, Citterio escogita un progetto inatteso per memoria e forma

Nel non vastissimo mondo delle industrie americane per il design, poche come Knoll International sono passate alla storia per la qualità materiale e culturale dei loro prodotti, in una sorta di mitologia dove produttore e designer si stagliano come protagonisti di un ciclo di imprese “eroiche ed originali”. Knoll ha le sue origini nel 1938 dal genio del fondatore Hans Knoll, nato in Germania e figlio di un produttore di arredamento moderno, che però già nel 1938 emigra prima a Londra e poi a New York, sulla scia di altri modernisti – da Gropius a Breuer – e che grazie alla collaborazione con l’architetto Florence Schust (che poi diventerà sua moglie) inizia a produrre mobili dei grandi maestri: da Mies van der Rohe a Eero Saarinen, George Nakashima, Isamu Noguchi, Harry Bertoia, Franco Albini, Josef Frank e la stessa Florence Knoll.

Accade così che dopo lunghi anni in cui Citterio ha dichiarato esplicitamente l’affezione per i grandi maestri del design modernista, in particolare quelli legati proprio alla cerchia di Florence Knoll, la stessa industria nel 2021 si rivolga a lui per lo sviluppo di una completa collezione di mobili – sedie, poltroncine, dormeuse, sgabelli, panche e tavoli – di vocazione domestica ma adatte ad altri generi di spazi, dalla convivialità all’ufficio. Malgrado la “frequentazione” culturale con le icone della produzione Knoll anche per un grande professionista non è semplice interagire con un heritage così popolato di grandi autori. Certamente Citterio si pone il problema di che identità dare alla serie, che deve necessariamente dare un segnale di cambiamento, con l’apporto di un designer tanto affine all’impresa nel sentirsi appartenente ad un approccio innovativo, quanto lontano dall’idea di porsi in totale continuità con la produzione Knoll già esistente.
L’idea di Citterio per le diverse tipologie di sedute è infatti una combinazione di legno, e intreccio , materiali che però non intendono vincolare il prodotto a un’immagine naturalista o, peggio, tradizionale. Se nella serie si volesse comunque individuare un riferimento di
memoria, questo potrebbe essere un’icona dell’antica cultura materiale, la primigenia Klismos ovvero la “sedia classica”* che si ritrova raffigurata in diversi manufatti della Grecia antica a partire dal VI secolo a. C., soprattutto nelle ceramiche Attiche splendidamente dipinte da grandi artisti greci.
Dei ed eroi, re e pittori, satiri e musicanti siedono su una tipologia caratterizzata dalle quattro gambe con una pronunciata curva in avanti (le anteriori) e indietro (le posteriori): inizialmente più simile a uno sgabello, la sedia in seguito compare con uno schienale a metà altezza della schiena, con la curva che si prolunga a formare un bracciolo sufficientemente ampio per migliorare la comodità della seduta. Di questa “sedia classica” non sono pervenuti ai giorni nostri esemplari integri ma dalle molte raffigurazioni nelle pitture vascolari si desume sia stato per secoli uno dei mobili più diffusi, probabilmente tra i
primi ad utilizzare la tecnica della curvatura del legno con il vapore (la stessa che molti secoli dopo Michael Thonet impiegherà, industrializzandola, per produrre sedie e mobili in faggio curvato, tra cui la famosa “numero 14”. Tuttavia la Klismos rimane solo un lontano riferimento per Citterio, che ha anche ben presente il progetto revival del britannico Terence H. Robsjohn-Gibbings.

Non c’è intenzione di revival nel suo progetto che definisce una forma molto dinamica per le sedute, con gli elementi portanti in legno – raramente usato nella produzione Knoll se non per alcuni classici pezzi dei maestri – slanciati e alleggeriti, combinati agli elementi seduta, ai leggeri cuscini in pelle e ai braccioli in un gioco di curve e controcurve. Sedile e schienale sono riempiti da un intreccio – originalmente di strisce di cuoio, poi sostituite da un materiale più resistente ai test di durata – che può far pensare a una versione morbida
delle reti di Harry Bertoia. Nell’insieme il progetto fissa come in un obiettivo fotografico l’immagine inattesa di una nuova modernità contemporanea, dove i riferimenti alla tradizione sono presenti ma impalpabili, quasi subliminali, e in ogni caso concorrono tutti a creare l’idea di un arredamento tanto ricercato quanto accogliente. Così la serie arriva inaspettata anche per quell’ambito di ricerca che Knoll ha lasciato aperto negli anni, perché il risultato sorprendentemente si integra con altri pezzi classici dell’azienda, che realizza perfino una versione più bassa del tavolino Tulip di Saarinen, per adattarlo alle sedute
ribassate della serie. E ancora le sorprese non finiscono, perché a completare la serie Citterio progetta nuovi tavoli che sono perfettamente aderenti a una idea miesiana di Less is more, con un’essenziale struttura in metallo (acciaio) sormontata da piani in marmo o vetro curvi alle estremità, in un abile esercizio di integrazione tra due diverse concezioni del mobile moderno. Anche qui il risultato finale del progetto fa pensare che in fondo Citterio si sia da sempre allenato ad essere uno dei designer per Knoll, e che la nuova idea di arredamento che propone con questa serie in qualche modo fosse già parte della cultura di quest’industria: lasciando a chi vorrà utilizzare la serie stessa nei propri spazi abitativi la sorpresa di scoprire che si tratta invece del suo primo ma già iconico progetto per una delle aziende più iconiche della storia del design.

Iscriviti alla newsletter

Altri articoli

Dacia Hipster un mini car dal design particolare

Dacia presenta una visione radicale della mobilità urbana del futuro con Hipster Concept,...

Myco Toilet wc ecologico

Nasce MycoToilet: il primo gabinetto al mondo senza acqua né sostanze chimiche . Immagina...

Negozio brutalista

Il supermercato di Minimal Studio sembra più galleria che alimentari Plastic Box reimmagina l'ordinario...

La guida del 1600 prima di Pantone

Conoscete l'opera che precede di 300 anni l'invenzione di Pantone? Rimarrete sorpresi. Procuratevi...

Wailden 7 edificio periferia alquanto strano

Walden 7 è uno degli edifici residenziali più iconici e discussi dell’architettura europea...

Campus Bocconi Milano. Di cosa sono fatte le nuvole

Il campus Bocconi di Kazuyo Sejima e Ryue Nishizawa (SANAA) è l’ultimo grande...
Sopra e nelle pagine seguenti il nuovo progetto di identità grafica per SEED: Marco Tortoioli Ricci/BCPT,2022

Seed design actions for future. Andrea Margaritelli

Seminare non è un verbo all'infinito Non è un verbo all’infinito. Piuttosto l’infinito stesso...

Boffi – De Padova. Un sistema tira l’altro

La lunga vita del sistema italiano dell’arredamento si prolunga con la capacità delle...